domenica 26 dicembre 2010

Asstel: di promozioni telefoniche e sulle nuove regole "severe" di Assotelecomunicazioni. Severe per chi?

Nel mio consueto girovagare notturno in rete, mi sono soffermato su questo mini-post: "Molestie telefoniche"


"In futuro, a Natale e a Santo Stefano le promozioni telefoniche potranno essere fatte solo dalle 10 alle 19. Era ora che la nostra privacy venisse finalmente tutelata e non ci rompessero i cosiddetti, almeno durante la cena o un film. Il merito, è tutto della nuova disposizione sul telemarketing promossa da Assotelecomunicazioni-Asstel che "impegna le aziende al rispetto del cittadino dettando regole severe". Il  codice di autoregolamentazione   per le telecomunicazioni prevede che il cittadino possa essere disturbato con le offerte più svariate solo dalle 9 alle 21.30 nei giorni feriali e dalle 10 alle 19 nei fine settimana. Oltre a prenderci per i fondelli se ne vantano pure! Se squilla il telefono mentre mangiate il panettone sapete già cosa rispondere." 

Non c'è che dire, lo spunto è interessante, anzi per me è ghiotto, data la mia naturale ostilità, verso qualsiasi tipo di truffa, raggiro o prepotenza delle aziende, ai danni dei cittadini.

Come prima cosa, il problema non dovrebbe esistere. Ma perché mai, un'azienda può permettersi di disturbarci nella nostra vita privata, insinuandosi con azioni di telemarketing - o teleselling - (come sempre un nome altisonante - meglio se inglese - da più credibilità...), che in italiano si chiamano promozioni commerciali, ed in realtà, si traducono nel romperci le scatole per venderci qualcosa?




A tal proposito, significativo è il nome completo che Assotelecomunicazioni ha dato al proprio Codice di autoregolamentazione:


Continuano a distruggerci l'esistenza - oltre che il pianeta - con le teorie del libero mercato, che il mercato si autoregola, che il mercato è fatto di domanda e offerta. Ma allora, dal momento che non ho domandato niente, con che diritto mi fanno un'offerta e per giunta disturbandomi a casa?

La risposta è alquanto semplice: in virtù della legge n° 166/2009. Fino ad ora, le aziende potevano telefonare solo a chi aveva dato esplicitamente il proprio consenso, ma dal 1° febbraio 2011 - data dell'entrata in vigore dell'art. 20 bis - si rovescia il tutto, a favore delle aziende; cioè, loro possono disturbarci, ed è compito nostro iscriverci nel Registro delle Opposizioni (Il Registro Pubblico delle Opposizioni è un servizio progettato per raccogliere le utenze degli abbonati presenti negli elenchi telefonici pubblici che non desiderano più essere contattati per scopi commerciali, promozionali o per il compimento di ricerche di mercato tramite l'uso del telefono.), la cui gestione è stata affidata alla Fondazione Ugo Bordoni.

Questo è quanto avviene oggi, ma come mai si è giunti a questo? Per capirlo e soprattutto, per comprendere bene la gravità della questione, bisogna tornare indietro di qualche passo.

Il Garante della privacy (Garante della protezione dei dati personali - gli inglesismi, proprio non mi piacciono) era già intervenuto, emettendo "Prescrizioni e divieti [art. 154, 1 c) e d) del Codice]", ad Ammiro partners srl, a Consodata spa, a Telextra srl.

Ecco una sintesi del comunicato stampa del 2 giugno 2008 del Garante della protezione dei dati:

"L’Autorità, ha vietato ad alcune società specializzate nella creazione e nella vendita di banche dati (Ammiro partners srl - Consodata spa - Telextra srl), l’ulteriore trattamento di dati personali di milioni di utentiI dati, nello specifico numeri telefonici, erano stati raccolti e utilizzati illecitamente, senza cioè aver informato gli interessati e senza che questi avessero fornito uno specifico consenso alla cessione delle loro informazioni personali ad altre societàIl divieto è scattato anche per altre aziende (Wind - Fastweb - Tiscali - Sky), che hanno acquistato da queste società i data base, per promuovere i loro prodotti e servizi tramite call center... Numerosi sono stati gli abbonati che hanno segnalato al Garante la ricezione di chiamate promozionali indesiderate... Dalle verifiche effettuate presso le società che hanno fornito i data base, è emerso che i dati degli utenti erano stati raccolti e ceduti a terzi senza informare gli interessati, o informandoli in maniera inadeguata, e senza un loro preventivo specifico consenso. Una delle società, peraltro, offriva sul proprio sito i dati di oltre 15 milioni di famiglie italiane suddivise per redditi e stili di vita, senza che gli interessati fossero stati informati o avessero dato il loro assenso alla comunicazione dei dati a terzi. Da parte loro le aziende e le compagnie telefoniche che hanno acquistato i dati e li hanno utilizzati a fini di marketing telefonico, non si sono preoccupate di accertare, che gli abbonati avessero acconsentito alla comunicazione dei propri dati e al loro uso a fini commerciali."

Torniamo all'attualità.

Nel comunicato stampa del 21 dicembre 2010, del presidente di Assotelecomunicazioni Stefano Parisi, si possono leggere un mucchio di castronerie:

"Inoltre vengono inseriti elementi informativi obbligatori da fornire nella comunicazione telefonica: identificazione univoca della persona fisica che effettua il contatto e per conto di quale Operatore si sta chiamando; scopo commerciale o promozionale del contatto; ruolo della società che chiama; precisazione che i dati personali sono stati estratti dall'elenco abbonati; modalità„ per l’eventuale iscrizione al Registro delle Opposizioni; esistenza del Codice e sito web su cui trovare ulteriori dettagli."

Tralascio i commenti sul lessico e sulla dialettica, in quanto si commenta da sé, ma mi preme sottolineare che, in Italia usa Internet il 47% della popolazione - e non credo che tutti abbiano letto o saputo di questa modifica di legge - e di conseguenza il restante 53%, non sa dell'esistenza del Codice e non può di certo accedere al sito web su cui trovare ulteriori dettagli.

"L’autoregolamentazione delle proprie attività di telemarketing da parte degli operatori di telecomunicazioni costituisce una prima e netta assunzione di responsabilità verso i consumatori, ai quali si propone una nuova modalità e qualità di comunicazione commerciale via telefono."

Vediamo dunque cosa significa per lor signori netta assunzione di responsabilità verso i consumatori: "Gli operatori di telecomunicazioni che lo sottoscrivono si impegnano a far rispettare le norme anche ai rispettivi outsoucer, inclusi i call center. In esso è ribadito che numeri utilizzabili per i contatti telefonici sono quelli presenti negli elenchi abbonati non iscritti al Registro delle Opposizioni. Vengono definite le fasce orarie e i giorni in cui è escluso il contatto: domeniche e festivi; tutti i giorni dalle 21.30 alle 9.00; sabato prima delle 10.00 e dopo le 19.00. Si stabilisce in 30 giorni il periodo di rispetto in cui non è possibile contattare nuovamente la stessa numerazione."

Tra i vari tentativi che le aziende si sono inventate, per intrufolarsi illecitamente nelle nostre vite, ci sono anche:

Conclusione: prima era l'azienda che doveva dimostrare di avere il nostro consenso, adesso siamo noi a doverglielo negare. "E dove sarebbero le regole più severe?" Anzi, la domanda corretta sarebbe: "Per chi sono più severe?"

Per approfondire ed avere una visione cronologica, in questa pagina di Aduc telecomunicazioni (sito veramente interessante), trovi una serie di 29 articoli, di cui il primo del 2 settembre 2008 e l'ultimo del 22 dicembre 2010.


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