martedì 21 dicembre 2010

Di risparmi dello Stato e di pensioni dei politici

Era da un po' di tempo, che questo post stava tra le bozze, ma anche se in ritardo, è una notizia che vale comunque la pena diffondere, soprattutto in virtù del silenzio tombale dei mass-media (se si esclude "SiciliaInformazioni.com" che sottolinea proprio questo colpevole silenzio della stampa nazionale e "Striscia la notizia") che ovviamente non avevano alcun interesse a pubblicizzare questa informazione - e dopo aver letto, ti sarà evidente il perché - in quanto è molto significativa, sulle reali intenzioni dei politici, riguardo a quali misure di risparmio adottare e quali no.


Quella che stai per leggere, hanno deciso che fa parte di quelle che "no!"


L' 11 ottobre 2010, "L'On. Antonio Borghesi" vice capogruppo "dell'Italia dei Valori" alla Camera dei deputati, ha proposto "l'abolizione del vitalizio" (queste invece sono le sue "precedenti iniziative"), che spetta ai parlamentari dopo solo cinque anni di legislatura, in quanto affermava, che tale trattamento risultava iniquo rispetto a quello previsto per i lavoratori, che devono versare quarant'anni di contributi, per avere diritto ad una pensione.  Ed ecco un estratto del suo discorso alla Camera:


"Penso, che nessun cittadino e nessun lavoratore al di fuori di qui, possa accettare l’idea che gli si chieda, per poter percepire un vitalizio o una pensione, di versare contributi per quarant’anni, quando qui dentro sono sufficienti cinque anni per percepire un vitalizio. È una distanza tra il Paese reale e questa istituzione, che deve essere ridotta ed evitata. Non sarà mai accettabile per nessuno, che vi siano persone che hanno fatto il parlamentare per un giorno - ce ne sono tre - e percepiscono più di 3.000 € al mese di vitalizio. Non si potrà mai accettare che ci siano altre persone rimaste qui per sessantotto giorni, dimessisi per incompatibilità, che percepiscono un assegno vitalizio di più di 3.000 € al mese. C’è la vedova di un parlamentare che non ha mai messo piede materialmente in Parlamento, eppure percepisce un assegno di reversibilità. Credo che questo sia un tema al quale bisogna porre rimedio e la nostra proposta, che stava in quel progetto di legge e che sta in questo ordine del giorno, è che si provveda alla soppressione degli assegni vitalizi, sia per i deputati in carica che per quelli cessati; chiedendo invece, di versare i contributi che a noi sono stati trattenuti, all'ente di previdenza se il deputato svolgeva precedentemente un lavoro, oppure al fondo che l'Inps ha creato con gestione a tassazione separata. Ciò, permetterebbe ad ognuno di cumulare quei versamenti, con gli altri nell'arco della sua vita e secondo i criteri normali di ogni cittadino e di ogni lavoratore, percepirebbe poi una pensione conseguente ai versamenti realizzati. Proprio la Corte Costituzionale, con la sentenza richiamata dai colleghi questori, ha permesso invece di dire che non si tratta di una pensione, che non esistono dunque diritti quesiti e che, con una semplice delibera dell'Ufficio di Presidenza, si potrebbe procedere nel senso da noi prospettato, che consentirebbe di fare risparmiare al bilancio della Camera e anche a tutti i cittadini italiani, circa 150 milioni di € l'anno."





Questi i risultati della votazione:




Presenti: 525 - Votanti: 520 - Astenuti: 5

A favore: 22 - Contrari: 498





Questi i promotori dell'iniziativa:











Conclusione: quindi la loro pensione, pardòn... nel loro caso si chiama vitalizio, anche se assolutamente ingiustificato, non meritato e tanto meno guadagnato, non si può decurtare. Però, per compensare il mancato risparmio, si può innalzare l'età del pensionamento dei lavoratori, fino a 67 anni! Per adesso...


Osservazioni: non posso fare a meno di notare due dettagli: il primo è che i promotori sono 24 mentre i voti a favore sono 22, il secondo è che fra i promotori di questa iniziativa, figurano anche i deputati Antonio Razzi e Domenico Scilipoti... Non voglio ora qui, soffermarmi ad esprimere giudizi etici-politici, sul cambio di casacca dei due, ma mi limito a segnalare in proposito, due articoli scritti dall'On. Borghesi sul suo sito: la "Lettera aperta ad Antonio Razzi" e "Scilipoti, ovvero la perdita della dignità".


P.S. Di Scilipoti, ho scoperto che è uno dei pochi deputati che parla di "signoraggio bancario" in merito al quale ha presentato "un'interpellanza parlamentare", ed è Presidente del "Forum anti usura", oltre ad essere "contro gli inceneritori".



Siti web: "Antonio Borghesi"Massimo Donadi- "Domenico Scilipoti"




E per finire è meglio riderci sopra...




La nonna, dice al nipotino: "Io alla tua età, lavoravo già!"

Ed il nipotino, le risponde: "Io alla tua età, lavorerò ancora!"


4 commenti:

Walter Bianco ha detto...

Apri gli occhi, caro Amico. Guardati in torno e vedrai che le "sanguisughe" non sono solo i politici (che dovrebbero dare l'esempio per primi!!!) ma esiste, in Italia, una miriade di persone che dopo aver guadagnato dieci, cento, mille volte quello che guadagna un lavoratore ricevono, ancora, una pensione dieci, cento volte quella di un operaio. Allora, il signor Borghesi (professore in aspettativa, tra l'altro!) cosa vuol dire con le sue "borghesate"? Leggi, caro Amico, il libro di Mario Giordano, "SANGUISUGHE" e capirai che per qualcuno è fin troppo facile fare demagogia quando lo aspetta una pensione da "professore universitario" di tutto riguardo....
Saluti

Walter Bianco ha detto...

Post scriptun? Non serve.

Anonimo ha detto...

oooooooooooooo

Mario Circello ha detto...

Ciao Walter, sono assolutamente d'accordo con quanto dici. Sono consapevole che il ladrocinio è generalizzato ad ogni livello, ed in ogni ambito, dentro e fuori dallo Stato.

Il mio post non è da intendere a favore dell'On. Antonio Borghesi, ma a favore della riduzione dei privilegi della casta e se leggerai il mio post On. Borghesi, non lo dica nemmeno per scherzo! ne converrai.

Ti ringrazio del suggerimento di lettura, a proposito del quale ho trovato in rete il sito Sanguisughe. Lo leggerò volentieri.

In merito al Post Scriptum, trattasi solo di "dovere di cronaca".