"Il mondo che vogliamo"
Crediamo nella eguaglianza di tutti gli esseri umani a prescindere dalle opinioni, dal sesso, dalla razza, dalla appartenenza etnica, politica, religiosa, dalla loro condizione sociale ed economica.
Ripudiamo la violenza, il terrorismo e la guerra come strumenti per risolvere le contese tra gli uomini, i popoli e gli Stati. Vogliamo un mondo basato sulla giustizia sociale, sulla solidarietà, sul rispetto reciproco, sul dialogo, su una equa distribuzione delle risorse.
Vogliamo un mondo in cui i governi garantiscano l'eguaglianza di base di tutti i membri della società, il diritto a cure mediche di elevata qualità e gratuite, il diritto a una istruzione pubblica che sviluppi la persona umana e ne arricchisca le conoscenze, il diritto a una libera informazione.
Nel nostro Paese assistiamo invece, da molti anni, alla progressiva e sistematica demolizione di ogni principio di convivenza civile. Una gravissima deriva di barbarie è davanti ai nostri occhi.
In nome delle "alleanze internazionali", la classe politica italiana ha scelto la guerra e l'aggressione di altri Paesi.
In nome della "libertà", la classe politica italiana ha scelto la guerra contro i propri cittadini costruendo un sistema di privilegi, basato sull'esclusione e sulla discriminazione, un sistema di arrogante prevaricazione, di ordinaria corruzione.
In nome della "sicurezza", la classe politica italiana ha scelto la guerra contro chi è venuto in Italia per sopravvivere, incitando all'odio e al razzismo.
È questa una democrazia? Solo perché include tecniche elettorali di rappresentatività? Basta che in un Paese si voti perché lo si possa definire "democratico"?
Noi consideriamo democratico un sistema politico che lavori per il bene comune privilegiando nel proprio agire i bisogni dei meno abbienti e dei gruppi sociali più deboli, per migliorarne le condizioni di vita, perché si possa essere una società di cittadini.
È questo il mondo che vogliamo. Per tutti noi. Un mondo di eguaglianza.
Se questo discorso fosse stato pronunciato da un qualsiasi politico - di qualsiasi partito, di qualsiasi nazione - non sarebbe altro che retorica, parole demagogiche e populiste. Ma essendo pronunciate da Gino Strada, in queste semplici parole, vi è un valore aggiunto: sono suffragate dai fatti.
Nelle parole di Gino, nell'emozione della sua voce nel pronunciarle, c'è tutto il lavoro svolto da Emergency, che dal 1994 al 2010 - in quindici diversi Paesi - ha curato 4'149'250 persone - una persona ogni due minuti.
Per ottenere il mondo che vogliamo è indispensabile, che ognuno di noi si dia da fare e faccia la sua parte. Dai un'occhiata al sito di "Emergency" e guarda cosa "puoi fare tu". In fondo non ci vuole molto per contribuire, ad esempio sarebbe già qualcosa, il semplice comperare una maglietta...
2 commenti:
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