martedì 23 novembre 2010

Nicola Tanno - Incolpevole vittima, di una storia di ordinaria follia...

Domenica notte, comme d'abitude, girovagando sul Blog di Beppe Grillo, mi sono imbattuto in un minipost intitolato "Balas de goma" che se non fosse stato per la fotografia all'inizio del post, probabilmente non avrei  letto, perché spesso - purtroppo - nel blog di Beppe, il linguaggio in generale, quello dei contributi esterni e soprattutto dei commenti, in quanto a scurrilità, potrebbe competere senza sfigurare, con le peggiori bettole delle più malfamate periferie urbane e quel titolo, mi rimandava alla mente proprio uno di quei post che indipendentemente dall'argomento trattato, si riducono ad una cinquantina di righe colme di epìteti e di impropèri, che non avevo nessuna voglia di leggere.


Ma quella fotografia, quella benda bianca sull'occhio, hanno fatto riaffiorare in me spiacevoli ricordi - seppur lontani nel tempo - di quando da ragazzo, subii un intervento chirurgico - che durò quattro ore e mezza - agli occhi e della lunga convalescenza che ne seguì. Ma aldilà dei miei ricordi, la cosa che mi ha colpito profondamente è lo sguardo di quell'uomo, di quell'occhio, solo, che ho sentito entrare, e che mi ha suscitato una sensazione difficilmente spiegabile a parole, ma che mi ha spinto a cliccare su "Balas de goma". E così, ho scoperto il perché della solitudine di quell'occhio. L'ennesima follia, di chi dai folli dovrebbe difenderci e che troppo spesso commette atti inqualificabili e ingiustificabili.


Nicola Tanno, ha 24 anni è originario di Campobasso e dopo aver vissuto cinque anni a Roma - dove si è laureato in Scienze politiche - si è trasferito a Barcellona per partecipare ad un Master post-universitario e come "confida lui stesso", innanzitutto per ragioni sentimentali.

La sera dell' 11 luglio di quest'anno, si trovava in Plaça Espanya per vedere la festa dei tifosi spagnoli, per la vittoria del mondiale di calcio e riprendere qualche immagine per il suo blog "Diario Catalano", quando in mezzo al fuggi fuggi generale, un proiettile di gomma sparato dai "Mossos d'Esquadra" - la polizia autonoma della Catalogna - lo ha colpito all'occhio destro. Di quel momento dice: "Eravamo sotto la tenda di un bar. La strada era bloccata e non capivo esattamente dove mi trovavo, essendo da poco a Barcellona. Allora ho deciso di attendere che la situazione si tranquillizzasse per poi potermene tornare a casa. Improvvisamente però mi sono sentito scaraventare in aria e sono caduto. Avevo subito capito che era successo qualcosa di grave. Sentivo un dolore fortissimo alla testa, e mi sono subito reso conto che perdevo sangue dall’occhio...". Risultato, ha perso la vista dell'occhio destro, ha avuto un ematoma celebrale, fratture multiple e gli hanno inserito una placca di titanio.

Ad oggi, mi risulta che l'unico intervento politico per fare chiarezza su quello che è accaduto a Barcellona, sia l'interrogazione presentata da Pardo Antonio D'Alete, capogruppo del Pd in Consiglio Regionale del Molise.

Era veramente difficile trovare qualcosa di bello in questa brutta storia, eppure l'ho trovato. È una pagina di diario che Nicola ha scritto il 25 agosto 2010, un mese e mezzo dopo i fatti, dove ci racconta il suo incontro mattutino con lo specchio, di cui ne anticipo due paragrafi. Vale davvero la pena di leggerla tutta:




di Nicola Tanno




Ogni mattina mi osservo allo specchio e l'occhio sinistro fissa profondamente se stesso per circa un minuto. È grande il mio occhio sinistro, è scuro e intenso ed io, come bambino, gioco con il mio viso sorridendo e imitando le espressioni delle fotografie che mi ritraggono contento. Mi piace il mio sorriso, mi piaceva la relazione che c'era tra la mia espressione felice ed i miei occhi. Mi piacevo. Successivamente il rituale impone di alzare la benda bianca che copre il suo corrispondente destro, ma il corrispondente destro non c'è, non c'è più.  Gli hanno sparato.

La prima volta che ho avuto il coraggio di vedere cosa restava del mio occhio destro ho pianto, un pianto fatto di "perché" e di "non è giusto", ora è già diverso, in maniera ripetitiva stacco lo scotch  e procedo all'inserimento di acqua depurata e antibiotici, ma non posso fare a meno di osservarlo, un'osservazione dettagliata e scrupolosa dell'oggetto che mi spaventa di più e mi fermo a vedere quanto sono diversi loro due, l'occhio e l'oggetto... "


Importante: spero, che dopo aver letto ciò che è accaduto a Nicola, tu voglia unirti a me, ed ai promotori, nel firmare la "petizione a suo favore", indirizzata al Ministero degli affari esteri, per chiederne l'intervento.



2 commenti:

Rosa Bruno ha detto...

Ciao Mario,
fatto, senza pensarci neppure un secondo!
Grazie per aver segnalato questa tragica vicenda.
Un abbraccio solidale a Nicola.
E un grande abbraccio a te per la grande sensibilità.

Namastè

vicky63 ha detto...

Condiviso su Fb.
Ciao e... grazie!