sabato 5 febbraio 2011

Egitto: attivisti per i diritti umani arrestati!

Manifestazione 1 febbraio ©Demotix
Attivisti per i diritti umani, giornalisti e altre persone, sono stati arrestati dalle forze di sicurezza egiziane, in quello che sembra essere un giro di vite sulle voci indipendenti, che seguono le proteste in Egitto. Tra le persone arrestate, due membri dello staff di Amnesty Intenational e un delegato di Human Rights Watch. Sono attualmente detenuti in un luogo sconosciuto.



Amnesty International teme che tutti i detenuti rischino la tortura o altri maltrattamenti.

Secondo le informazioni in possesso di Amnesty International, circa 30 persone sono state arrestate, nei locali del Centro di studi giuridici Hisham Mubarak (Hmlc), dopo che la polizia militare aveva fatto incursione sul posto. Tra le persone arrestate, ci sono membri dello staff dell'Hmlc, i volontari per il Fronte per difendere i manifestanti egiziani, personale di Amnesty International e di Human Rights Watch. Sono stati arrestati inoltre Ahmed Saif Al Islam, il direttore esecutivo dell'Hmlc, Mostafa ElHassan, Ahmed Taher, Mohsein Bashir, Nadin Abu Shadi, Nada Sadek, Mouna Al Masry, Fatma Abed e Shahdan Abou Shad. Sono stati arrestati anche alcuni dipendenti del Centro egiziano per i diritti economici e sociali (Ecesr), la cui sede è nei pressi di quella dell'Hmlc, incluso il direttore Khaled Ali. Amnesty International considera tutte le persone arrestate, prigionieri di coscienza. Il personale dell'Hmlc stava difendendo le persone arrestate durante le manifestazioni, mentre l'Ecesr ha collaborato all'allestimento di un centro medico improvvisato in una moschea vicino  a piazza Tahrir, per curare coloro che venivano feriti durante le manifestazioni.

Gli arresti fanno seguito ad un più ampio giro di vite da parte delle autorità egiziane su giornalisti e attivisti per i diritti umani, apparentemente nel tentativo di arginare le voci indipendenti, che seguono le continue proteste. Alcuni giornalisti, sarebbero stati attaccati da sostenitori filogovernativi, mentre altri sarebbero stati attaccati dalle forze di sicurezza. Un giornalista della Cnn-Ibn, Rajesh Bhardway, sarebbe stato arrestato e rilasciato qualche ora dopo. I delegati di Amnesty International in Egitto, hanno dichiarato di non avere notizie circa il luogo in cui si trova Malak Adly, ventinovenne avvocato per i diritti umani dell'Hmlc, da quando è stato arrestato dai militari egiziani martedi 1° febbraio.

Amnesty International è inoltre preoccupata, per un civile che dovrebbe comparire in giudizio dinanzi ad un tribunale militare ieri, venerdì 4 febbraio. Mohamed Atef è stato arrestato il 3 febbraio dalla polizia militare, con l'accusa di aver distribuito volantini antigovernativi. I tribunali militari, violano diverse garanzie del giusto processo, incluso il diritto di appello.




Director of Military Judiciary
Major-General Ahmed Abd Allah
Military Judicial Department
Cairo, Egypt


Fax: +202 2 402 4468 / +202 2 411 3452 (ask for fax)
Egregio direttore,

sono un simpatizzante di Amnesty International, l'Organizzazione internazionale che dal 1961 agisce in difesa dei diritti umani, ovunque nel mondo vengano violati.

Le chiedo di liberare immediatamente e incondizionatamente le persone arrestate il 3 febbraio al Centro di studi giuridici Hisham Mubarak e al Centro egiziano per i diritti economici e sociali, in quanto prigionieri di coscienza, arrestati solo per aver esercitato pacificamente i loro diritti alla libertà di espressione e di associazione.

Le chiedo di liberare immediatamente e incondizionatamente tutte le altre persone detenute in relazione al pacifico esercizio del loro diritto alla libertà di espressione.

La esorto a rendere noto il luogo in cui sono detenuti e a consentire loro l'accesso immediato a familiari e avvocati di loro scelta e a garantire che siano protetti da ogni forma di tortura o altri maltrattamenti.

La ringrazio per l'attenzione.




Nota: si è fatto un gran parlare su ciò che sta accadendo in Egitto, ci siamo indignati perché hanno bloccato Internet... Bene, ora possiamo usare la rete, per aiutare chi lotta per i diritti e con due semplici clic!

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