giovedì 18 novembre 2010

Quante paure frenano l'uomo...

Come ogni giorno, leggo i quotidiani e quando trovo qualcosa di interessante, ritaglio e porto a casa. Qualche tempo fa, trovai interessante una lettera scritta da un consigliere comunale "leghista" (paese che vai... lega che trovi), eletto nel comune di "Chiasso". Leggendola, ho ripercorso avanti e indietro tutta la mia esistenza, che a partire da prima che io ricordi, è stata costellata di paure, ed oltre a ciò, mi ha stimolato tanti altri pensieri, ma di tutto questo scriverò in altri post. Trovo che sia uno spunto di riflessione utile e per questo la pubblico.



" La paura è un'emozione dominata dall'istinto, che ha come obiettivo la sopravvivenza del soggetto, ad una suffragata situazione pericolosa. Il dubbio e la paura, portano al fallimento. La paura e solamente la paura, mantiene le cose in movimento, vende i giornali, tiene il televisore acceso con il volume al massimo. La paura governa il genere umano e contro di lei, non c'è nessun rimedio in farmacia. La paura accalca la gente nei bus, nelle metropolitane, nei supermercati o ci fa nascondere, quando c'è bisogno di noi. Per colpa della paura, la gente mangia senza masticare o ti guarda a lungo sulla strada. L'altro giorno, un vecchietto mi guardava a lungo sul marciapiede e ad un certo momento, mi domanda: "di dov'è lei?" Gli ho risposto che sono dell'Uzbechistan, perché se avessi detto la verità, avrebbe creduto che sono un Rom. La lista delle paure è molto lunga; si potrebbe scrivere un libro intero, di centinaia di pagine. Ho selezionato solo un ristretto elenco delle nostre paure, per non sprecare un'intera pagina del popolarissimo "Corriere del Ticino". La paura del rumore, la paura del vento, del buio e delle inondazioni. La paura dell'infinito, della neve o delle onde del mare. La paura d'essere soli, di essere derubati, di essere maltrattati, di essere criticati o malmenati. La paura di parlare in pubblico, di andare a votare o di scrivere ai giornali. La paura dei cani, dei gatti o di altri animali. La paura della morte, della notte, degli oggetti situati nella parte sinistra del nostro corpo. La paura di mangiare troppo, di lavorare, di sposarsi o di attraversare la strada. La paura della polizia, degli stranieri, dei frontalieri, dei politici o del collega di lavoro nuovo,  impiegato da una settimana, che ha lo stipendio come il mio, che lavoro da vent'anni nella ditta e che ha l'esperienza lavorativa che io avevo vent'anni fa. La paura del colore rosso, del fuoco e dell'acqua, della gente stupida, della povertà o la paura dei soldi. La paura della moglie, la paura del vicino di casa, delle videocamere, dei radar. La paura del carbone o dell'energia nucleare. Sicuramente la lista delle gioie, delle felicità e del coraggio, sarebbe molto corta, perché siamo troppo presi dalle nostre paure. Ho lasciato alla fine, due delle più terribili e ridicole paure: quella di denunciare le ingiustizie subite e quella di denunciare i delinquenti di ogni genere. "

Fonte: Lettere al Corriere del Ticino - Constantin Cojocariu, Chiasso

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