domenica 30 gennaio 2011

Dell’uomo trovato morto a Orzinuovi e sulla bestialità dei giornalisti. Se questo è giornalismo...

Certe volte - credo non capiti solo a me - leggere alcune notizie, ti manda in ebollizione il cervello e se ci aggiungi la modalità descrittiva usata da certi giornalisti, ti va in fibrillazione anche il sistema nervoso centrale, perché ti rendi conto, che di sicuro qualcuno è suonato nel cervello, ma non sai bene chi. A furia di rimuginarci sopra, può capitare che alla fine, ti venga il sospetto di essere tu quello suonato. Allora leggi e rileggi l’articolo, fino a quando - pur non avendo la certezza su chi sia quello suonato - puoi almeno escludere, di essere tu.

Questa volta, ne ho letto uno, che mi ha fatto talmente incazzare, che ci ho messo più di un mese a farmela passare - la notizia è datata 24 dicembre 2010, ed è da allora che il ritaglio di giornale, gira sulla scrivania - e trovare la calma necessaria, per poter scrivere questo post.

È successo, che ad Orzinuovi in provincia di Brescia, un uomo è stato trovato morto - dalla moglie - nel garage di casa sua, con un cacciavite infilato nell’ano e con ferite alla testa. Ed ecco come ci narra il tristissimo avvenimento, l’articolo che mi ha fatto incazzare, che riporto integralmente:



Un giallo nel bresciano



Giallo a Orzinuovi, un paese in provincia di Brescia: un uomo di 52 anni è stato trovato morto con un cacciavite industriale conficcato nel retto e lesioni alla testa. Il corpo di Giovanni Albertanza, un piccolo artigiano che lavorava nel settore edilizio, mercoledì sera è stato scoperto dalla moglie nel garage dell' abitazione in cui viveva con la famiglia. L' uomo, di origine pugliese, era arrivato a Orzinuovi alcuni anni fa con la famiglia moglie e due figli ed era già conosciuto alle forze dell' ordine per vicende di droga e rapine. Per il momento si indaga per omicidio ma non si escludono altre ipotesi, persino quella di una pratica erotica finita tragicamente per un improvviso malore. Ma anche l' ipotesi del suicidio potrebbe trovare conforto nella depressione di cui sembra recentemente soffrisse Albertanza: l' artigiano aveva problemi di tossicodipendenza. L' uomo aveva avuto in precedenza un litigio in famiglia e si era allontanato dall' abitazione dicendo che avrebbe dormito fuori casa. L' ipotesi del suicidio, inoltre, è avvalorata dal fatto che, al momento della scoperta del corpo, il garage era chiuso e le chiavi erano nelle tasca dell' uomo.


Sono assolutamente consapevole, che fare giornalismo - quello vero - è un mestiere difficile, pericoloso e spesso ingrato, ma né questo, né la deriva a cui è approdato nell'ultimo ventennio - in tutto l’occidente, ed in particolar modo in Italia, dove si occupa prevalentemente di gossip e di altre amenità - giustificano la stesura e la pubblicazione di certi articoli. Raramente mi è capitato di leggere tante castronerie, in un unico articolo - oltremodo, così breve - intrise di una totale mancanza di realismo, di sensibilità e di rispetto.


La prima cosa che mi disturba, è che l’articolo non è firmato, poi, l’aver citato nome e cognome della vittima, l’aver infarcito il tutto con dettagli inerenti la personalità e la vita della vittima - non accertati e per di più, irrilevanti ai fini della divulgazione dell’accaduto - ma ciò che mi ha fatto proprio imbufalire, è che nell'esposizione delle ipotesi investigative, mette anche il suicidio.

Premesso che, nonostante abbia effettuato una ricerca, non ho riscontrato elementi certi, né dati di fatto oggettivi - oltre ciò che ho scritto in precedenza e cioè, che ad Orzinuovi in provincia di Brescia, un uomo è stato trovato morto - dalla moglie - nel garage di casa sua, con un cacciavite infilato nell’ano e con ferite alla testa - spiego il mio disappunto, nei confronti dell’articolo e del suo ignoto autore:

- In merito alla mancanza della firma, che sia obbligatorio per legge o meno, mi pare sensato - oltre che logico - che ogni articolo dovrebbe essere firmato

- In merito alla pubblicazione del nome e cognome della vittima che, ci tengo a sottolinearlo, è stata trovata con un cacciavite nel culo - e non morta in un comune incidente stradale - è di una meschinità inaccettabile, ed è un gesto, totalmente privo di sensibilità e del rispetto dovuto ai familiari - alla moglie e ai due figli - soprattutto, considerando che vivono in un paesello di circa undicimila abitanti e di conseguenza, oltre al dolore per la perdita del loro congiunto, dovranno confrontarsi con la civetteria della gente, che non lesinerà di certo - grazie ai particolari rivelati, sulle condizioni in cui è stato trovato il corpo - commenti di pessimo gusto, che come è facile immaginare, si protrarranno a lungo e se da un lato, il tempo attenuerà il dolore, dall’altro nulla potrà lenire l’umiliazione subita. Mi fa rabbia pensare, che qualora si fosse trattato di un potente - non potendo tacerne il nome - non sarebbe di certo trapelato il dettaglio del cacciavite e men che meno il dove glielo hanno infilato, ma sarebbe - di sicuro - sceso, il più assoluto riserbo sulle indagini.

- In merito ai dettagli inerenti la personalità e la vita della vittima, scrive … era già conosciuto alle forze dell' ordine per vicende di droga e rapine, dandoci così l’impressione, di avere a che fare con un losco personaggio, in palese contrasto, con quanto invece scritto sul Quotidiano Italiano, in merito alla personalità: … i vicini lo definiscono una persona garbata e socievole….

- In merito all'esposizione delle ipotesi investigative, scrive: … si indaga per omicidio ma non si escludono altre ipotesi… e qui, avrebbe dovuto e potuto fermarsi, invece aggiunge … persino quella di una pratica erotica… e già questo, va oltre il diritto/dovere di cronaca, ed è solo fare sensazionalismo, per quella maledetta abitudine di trasformare tutto in gossip e qualora così non fosse, si spiegherebbe unicamente con l’ignoranza o peggio, con la cattiveria gratuita. L’apice dell’assurdo, lo raggiunge quando scrive: Ma anche l' ipotesi del suicidio potrebbe trovare conforto nella depressione di cui sembra recentemente soffrisse Albertanza: l' artigiano aveva problemi di tossicodipendenza” se questa ipotesi, sia stata effettivamente comunicata dagli inquirenti - ne dubito - oppure se sia invenzione dell’articolista, non è dato sapere, ma mi appare evidente che si tratta di un’idiozia: ma da quando in qua, uno per suicidarsi, si infila un cacciavite nel culo?

Anche l’accostamento suggerito, tra la depressione e la tossicodipendenza, mi pare azzardato. In cinque anni di volontariato in Clinica psichiatrica, ho avuto a che fare con dipendenze di ogni tipo e solo in alcuni casi, erano anche depressi. Oltremodo, conosco personalmente e vedo con regolarità da anni, alcuni tossicodipendenti, che non sono per nulla depressi, ma anzi, vivono serenamente la  loro tossicodipendenza, poiché frutto di una scelta consapevole, ed hanno casa, lavoro e famiglia. Di sicuro, conosco più depressi, tra persone che non hanno mai fatto uso di sostanze stupefacenti, che non tra coloro che ne hanno usate o ne usano.

Parentesi  Intendiamoci, non sono affatto favorevole all’uso di sostanze stupefacenti o psicotrope - e faccio presente, che la mia non è una posizione ipocrita, cioè, preconcetta, dettata da ideologie politiche o religiose, dalla falsa moralità dei benpensanti, ma è una posizione, data dall'esperienza del vissuto personale; non sono certo una verginella immacolata... e nel corso della mia vita, ho preso qualche ciuca ed ho persino fumato qualche canna, anche se ormai da tempo, non sono più un praticante - tanto che sono contrario persino all’uso degli psicofarmaci - salvo in casi estremi, nei quali non vi è altra soluzione - poiché non fanno altro, che creare un’altra dipendenza.  Chiusa parentesi

Quello che mi lascia perplesso e mi preoccupa, è che ormai i mali del giornalismo contemporaneo, sono diventati endemici. Infatti l’ignoto autore di questo articolo, non è il solo a non avere le idee in chiaro, su quale sia l’importanza del suo lavoro, sulle responsabilità ad esso connesse e sulle conseguenze che genera. Durante la ricerca, ho scoperto parecchi altri articoli, che sono molto simili a quello da me incriminato. Ecco alcuni esempi:

Bresciaoggi.it, titola Orrore a Orzinuovi. Cadavere nel garage e all'interno scrive Sul corpo nessun segno di violenza, a parte…: sì, a parte le ferite alla testa ed un cacciavite nel culo - che si sa, non sono mica segni di violenza… Poi, in merito alle ipotesi sull'accaduto, aggiunge che I carabinieri prendono in considerazione tutte le ipotesi, ma quella dell'omicidio pare, per ora, la meno accreditata. Ma fammi capire: si trova un uomo morto, con ferite alla testa ed un cacciavite nel culo e l’omicidio, pare l’ipotesi meno accreditata? Ma a chi, pare la meno accreditata, agli investigatori o all'autore dell’articolo?

Informa Padova - che si presenta come Rassegna stampa Ragionata - parte male già dal titolo: Ucciso e impalato in garage: giallo nel bresciano. Impalato?! Il significato di impalare è: Uccidere qualcuno con il supplizio del palo, infilzandolo in un palo aguzzo, e mi pare che tra un palo ed un cacciavite, ci sia una bella differenza!

AdnKronos, incappa nello stessa esagerazione, già nel titolo: Impalato nel garage di casa nel bresciano, lo trova la moglie. È giallo a Orzinuovi ed esagera anche per quanto riguarda le ipotesi investigative, dicendo: … gesto autolesionistico portato all'estremo o di un gioco autoerotico finito male. per dignità, avrebbero dovuto, omettere queste ipotesi.

Cronaca Live, fa addirittura meglio, arrivando a contraddire se stessa, infatti come titolo mette: Omicidio a Orzinuovi, Brescia: Giovanni Albertanza trovato impalato nel suo garage mentre nell’articolo scrive … si pensava che l’arma del delitto fosse una barra di ferro, mentre si è poi scoperto essere un cacciavite industriale, è quindi ovvio, che se si tratta di un cacciavite - anche se industriale - non si tratta di un palo e ne consegue, che il malcapitato Giovanni, non è stato impalato! Ancora una volta, il titolo ad effetto - per loro - è più importante della verità (Sic!). Poi, sostiene che L’ipotesi più probabile è quella dell’omicidio, ma non si esclude che si tratti di un gesto autolesionistico. Questa ipotesi è legata al fatto che Albertanza soffriva di depressione a ridagli con l’autolesionismo da depressione… Ma quanti ne conosci, che a causa della depressione si infilano un cacciavite nel culo?

Quotidiano Italiano, titola Brescia, imprenditore edile ucciso nel suo garage e nell’occhiello scrive … letteralmente impalato con un palo di ferro…, e ci risiamo: il cacciavite si è di nuovo trasformato in palo di ferro! In compenso però, dà un’immagine migliore della vittima, poiché non parla né di tossicodipendenza, né di rapine, ma anzi, scrive che: … i vicini lo definiscono una persona garbata e socievole….

ReveNews, parte in quinta e titola Gioco erotico con un cacciavite, muore 52enne e nell’articolo si spinge addirittura a sostenere che L’uomo era sotto effetto di stupefacenti…, mi sembrano affermazioni estremamente gravi, ed assolutamente fuori luogo, oltre che non pertinenti. Mi piacerebbe sapere, come fanno ad affermare che l'uomo era sotto effetto di stupefacenti, considerando che al momento in cui hanno pubblicato l'articolo, non era ancora stata effettuata l'autopsia e quindi, non lo si poteva sapere! Ennesimo esempio, di giornalismo da bettola...

Leggermente più sobrio - ma non poi più di tanto - nel dare la notizia, è stato BS News.it, a partire dal titolo Orrore nel garage: un uomo seviziato e ucciso, fino a limitarsi a dire - in merito alle ipotesi sull’accaduto - Troppo presto per avanzare qualsiasi ipotesi investigativa…, che mi pare la maniera più corretta, anche se poi, scrivendo Seviziato con un palo di ferro, e poi barbaramente ucciso  commette il solito errore, dovuto al pressappochismo, di confondere un palo con un cacciavite...

Conclusione: mi fermo qui, poiché per dimostrare quanto sia caduto in basso il giornalismo, mi sembra più che sufficiente, anche perché, aldilà di cosa sia effettivamente successo e di come siano andate le cose (ce lo dirà - forse - la magistratura), in tre giorni che leggo articoli sull’argomento, non ho trovato un solo articolo, scritto civilmente, in modo serio, umano, dettato dalla sensibilità e con la dovuta attenzione, nei riguardi della sofferenza e della dignità dei familiari. Familiari, ai quali esprimo le mie condoglianze per il lutto e solidarietà per il trattamento incivile, ricevuto dalla stampa.

4 commenti:

Francesco Zaffuto ha detto...

Vado da fare un gadget con un link al tuo post. Un atto di necessaria pietà e di denuncia.
Saluti

Mario Circello ha detto...

Ciao Francesco,

non ho menzionato la parola pietà nel post, ma è proprio la pietà - che si è quasi estinta, per grave colpa del giornalismo - la mancanza più significativa, in questa triste vicenda.

Ti ringrazio e ti saluto.

Marco ha detto...

Sono giornalista, abito nel paese in cui è avvenuto il fatto di cui lei parla e quella notte ho seguito in diretta le fasi di quella triste vicenda.
Alle sue valutazioni, che rispetto, sono necessarie alcune precisazioni, indispensabili per cogliere le difficoltà nelle quale da giornalisti abbiamo lavorato.
1) I tempi. La morte è stata scoperta poco prima delle 22, l'ipotesi che potesse trattarsi di un omicidio è iniziata circolare nelle redazioni dei giornali quasi alle 23. I giornali chiudono al più tardi alle 24.30. Ciò vuol dire che chi lavorava al pezzo non ha avuto altra alternativa che affidarsi alle prime notizie diffuse.
2) L'autorevolezza delle fonti. L'ipotesi dell'omicidio e i particolari della morte sono stati diffusi da fonti autorevoli. In quel garage non c'erano giornalisti, c'erano gli inquirenti che a precise domande hanno dato risposte che in quel momento apparivano plausibili agli stessi investigatori.
3) L'evolversi della vicenda. L'ipotesi che potesse trattarsi di un malore e non di un omicidio o di un suicidio, come ha scritto qualcuno interpretando ipotesi investigative che lasciavano aperte tutte le piste, si è fatta strada solo dopo le 4 del mattino (come correttamente riportato da qualche quotidiano) quando sono state ritrovate in tasca della vittima le chiavi del garage e quando le lesioni alla testa sono apparse frutto probabilmente dell'improvvisa caduta (con modesta fuoriuscita di sangue) a terra dell'uomo e non di un colpo inferto da terzi, che, peraltro, fuggendo avrebbe necessariamente portato via le chiavi del garage, visto che era stato trovato regolarmente chiuso.
4) L'umanità. Esistono articoli (non veicolati da internet ma regolarmente pubblicati dai quotidiano 48ore dopo i fatti) che tracciano il ritratto della vittima con quell'umanità invocata dal suo post.Un ritratto di come il paese lo conosceva. Lo stesso particolare, poi, che la sera prima aveva fatto pensare ad un orribile sevizia è stato riferito con la maggiore delicatezza possibile in modo da non essere reticenti con i lettori, ma nemmeno crudeli con i famigliari.
Scrivo queste righe non per giustificare il nostro operato (in questo caso la giustificazione avrebbe avuto lo stesso esito di un'autodenuncia) ma affinchè si capiscano le condizioni (soprattutto l'angusto spazio temporale fra la scoperta di quello che inizialmente sembrava un omicidio e poi è stato rubricato come malore è la chiusura in redazione dei giornali) in cui si è lavorato sul caso specifico (il corpo fosse stato scoperto al mattino all'indomani i giornali avrebbero calibrato la notizia alla luce degli esiti più meditati ai quali erano giunte le indagini). Resta inteso che anche in episodi difficili da capire nell'immediato come questo, il rispetto delle persone (che non vuol dire tacere il nome) è sempre una priorità. Parola di un professionista che non si vergogna di fare il suo lavoro sempre nel miglior modo possibile. Grazie per l'attenzione.

La Randagia ha detto...

Mi trovi completamente concorde con il tuo ragionamento, Mario.
Non me ne voglia Marco, ma a volte i giornalisti confondono l'essere un "professionista" con l'essere "professionale": porto questo esempio http://mildareveno.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=1199081 accaduto durante il "caso Welby".
Oppure, molto più banalmente e su tema decisamente più futile, questo per il quale ho discusso con la giornalista "musicale" de La Stampa, per quel che scrive sul Van De Sfroos e la richiesta di "outing" politico (riassumo il Venegoni-pensiero: se DVDS non vuol essere il portabandiera della Lega non deve accettare nemmeno l'incarico di direttore artistico per un progetto a livello nazionale da parte del ministro Meloni.) Non regge certo il paragone con il caso che hai riportato, ma c'è comunque una buona dose di ignoranza ed un pizzico di meschinità nelle parole riportate sul sito de La Stampa... e non è in quel modo che si riportano le notizie ai lettori, anche se notizie inutili.
http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=20&ID_articolo=1370&ID_sezione=12&sezione=