giovedì 4 agosto 2011

Una ne fanno e cento ne inventano... A proposito della tassa sui divorzi e sulle separazioni e di porcate simili...

È veramente difficile, trovare un aggettivo da associare all'ennesima invenzione del "governo del fare" in materia di tasse, senza scadere nell'insulto, poiché si tratta di una vera idiozia. Nella folle corsa alla ricerca di denaro, con cui rimpinguare le traballanti casse dello Stato, sono riusciti - là dove, nemmeno uno scrittore di fantascienza - ad inventarsi niente-popò-di-meno-che: la "tassa sui divorzi e sulle separazioni".



Al di là del non trascurabile fatto, che da quasi vent'anni vanno dicendo - ripetendolo in maniera ossessiva, in perfetto stile "propaganda del ventennio" - che non solo, non introdurranno nuove tasse,  che non metteranno le mani nelle tasche degli italiani, ma che ridurranno le imposte - cioè l'esatto contrario di ciò che fanno - c'è da chiedersi a chi e come, sia potuta venire in mente, una siffatta demenzialità. Inoltre - come se non bastasse già questo a chiedersi se il genio che ha avuto la brillante idea, sia sano di mente - ci hanno aggiunto pure delle sottili distinzioni tra "rotture consensuali" e "rotture conflittuali". Pare infatti che, la mente illuminata che ha partito l'idea, abbia previsto una tassa di 37€ per chi tronca la relazione consensualmente e di 85€ per chi invece la tronca litigiosamente. Il tutto, per raccimolare una cifra che in base alle stime sui dati del 2010 inerenti divorzi e separazioni (circa centoquattordicimila separazioni e sessantaseimila divorzi), dovrebbe aggirarsi sui dieci milioni di euro, che per quanto sia una cifra di tutto rispetto, se rapportata ad una manovra finanziaria da quarantasette miliardi, fa quasi sorridere...


Ma la cosa che più lascia sbigottiti è il fatto che introducono la tassa sui divorzi e sulle separazioni (e non solo quella), senza mai nominarla. Infatti, la stessa risulta evidente, solo dopo attenta ed approfondita lettura delle lettere f) e g), dell' articolo 37 delle "Disposizioni per l'efficenza del sistema giudiziario e la celere definizione delle controversie" del Decreto legge n°98 del 6 luglio 2011 "Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria".


Ora, dico io: ma se una persona è arrivata al punto di separarsi o di divorziare, non è evidente che di guai ne ha già abbastanza? Non si può certo dire che stia attraversando un bel periodo, no? Perché se oltre al trauma della separazione (La Dott. Maristella Bergaglio, dell’istituto di geografia umana dell’Università di Milano, ritiene che il divorzio sia fonte di malessere fisico e dice che "Lo stress da divorzio, è il più grave evento destabilizzante nella vita di un individuo") e a tutto ciò che ne consegue, ci aggiungiamo il problema casa, il problema lavoro e tutti gli altri stress che lo stile di vita occidentale impone, mi pare innegabile che ci voglia una dose esagerata di cinismo, per infierire ulteriormente su questa categoria di persone - già in disgrazia - con l'aggiunta di una tassa.






Tra le altre porcate - ovviamente tutte nella medesima direzione, come dei perfetti Robin Hood al contrario, il cui motto è "togliere ai poveri, per dare ai ricchi" - oltre alla ritirata "salva Fininvest", alla reintroduzione del ticket sanitario, all'aumento delle imposte indirette sui carburanti, spicca l'introduzione della "tassa per le cause di lavoro", va da sé, anche questa senza mai nominarla. Per cui, se un dipendente intende adire le vie legali contro il datore di lavoro per far rispettare i propri diritti, dovrà pagare una tassa.


"La manovra di Tremonti (decreto legge 98/2011 - avente effetto a partire dal 6 luglio 2011) ha introdotto l’obbligo del versamento del «contributo unificato» anche per le cause di lavoro, già dal primo grado di giudizio: è una tassa odiosa da eliminare. La misura colpisce sia i dipendenti pubblici che privati (sono esentati solo coloro che hanno un reddito annuo lordo inferiore a 21.256 euro). Finora tutte le cause di lavoro erano esenti dal pagamento di questa tassa: un’esenzione giusta, considerando che il lavoratore è parte debole di fronte alle aziende, una gratuità che è stata riconosciuta per poter meglio tutelare i diritti dei lavoratori di fronte all’arroganza del padronato. Già con la Legge Finanziaria 2010, il Governo aveva introdotto la tassa per i ricorsi in Cassazione, ma da oggi il versamento del «contributo unificato», diviene obbligatorio già dal primo grado di giudizio, una tassa che, se pur diversificata secondo il reddito del lavoratore e secondo il valore della causa, disincentiva un diritto fondamentale dei lavoratori: basti pensare che per impugnare un licenziamento si dovrebbero pagare, da subito, più di 500 euro. Dopo il Collegato Lavoro, che ha introdotto scadenze capestro per impugnare i licenziamenti e i contratti precari, il Governo si accanisce ulteriormente introducendo nuovi ostacoli: pagare una nuova tassa prima ancora di iniziare una causa. Il provvedimento, avendo effetto immediato, sta già procurando gravi danni ai lavoratori."         9 luglio 2011 - Unione Sindacale di Base


Il primo pensiero che mi è venuto in mente, dopo aver appreso la notizia è stata la dichiarazione di Berlusconi, quando disse "Non faremo mai leggi contro la Chiesa", perché si sa che il divorzio, non è mai piaciuto ai rappresentanti in terra di quello che sta nei cieli e quindi il collegamento è stato ovvio, anche se è altrettanto ovvio, che non saranno di certo né 37€, né 85€, che faranno desistere chi ha preso la decisione di sciogliere il legame matrimoniale.




Articoli interessanti sull' argomento:

- "La tassa sul divorzio? Copiamo gl'inglesi"
di Antonio Lubrano, su Il Journal
- "Tassa su divorzi e separazioni: discutibile ritorno allo Stato etico"
di Massimo Teodori sul Corriere della Sera
- "Minitassa per chi vuole separarsi e divorziare"
di Andrea Maria Candidi su Il Sole24ore
- "Manovra Tremonti: vogliono impedire i ricorsi!"
il Comunicato stampa di Unicobas Piemonte



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16 commenti:

Sendivogius ha detto...

Ciao Mario!
Personalmente escluderei considerazioni 'ideologiche' da revanchismo sanfedista, o chissà quale altra implicazione classista...
Troppo sofisticate per le menti dementi di un governo di ritardati e casi clinici di psichiatria forense!

Questa è solo disperazione allo stato puro; è la riprova che siamo nelle mani di una banda di fenomeni da baraccone a corto di improvvisazioni, che non hanno la più pallida idea su cosa fare per uscire dalla crisi, ma si guardano bene dal mollare le poltrone.
Simili proposte non potevano che scaturire dalla fantasia malata, dai geni marci di troppi matrimoni tra consanguinei, dell'imbarazzante masnada governativa composta da arroganti bifolchi analfabeti della pedemontana, improvvidamente eletti a gestire le sorti di un intero Paese.
Questa è la dimostrazione che quell'escrescenza sociale e (in)civile alle pendici d'Europa di cui, più dello "stivale", costituisce l'appendicite in peritonite, NON uscirà indenne dalla crisi.
E ciò mi rende crudamente felice!
Un popolo che, dopo Mussolini, vota in massa per un coso come Berlusconi (ma è vivo? E' ancora umano?), è un popolo da castigare. Chi perseguita con determinazione nei medesimi errori, merita ogni male.
Pietà l'è morta.

rossorosso ha detto...

Ciao, Mario. Tra una corsa e l'altra, tipiche di questo mio pazzo Agosto, ho finalmente riacceso il PC e ho scoperto il tuo blog. Mi piace molto, mi piace quello che scrivi e sono da questo momento una tua lettrice. Per quanto sopra detto, non sarò troppo presente questo mese ma dal prossimo, ci sarò. Ciaoooo e a presto. Goditi il ferragosto come più ti piace.

Mario Circello ha detto...

Ciao Sendivogius, come sempre con i tuoi commenti esilaranti - oltre a dei buoni ragionamenti - mi faccio delle belle risate, che fanno bene al morale!

In effetti è evidente che sia frutto di improvvisazione, più che di ragionamento, come praticamente tutto quello che hanno fatto e che fanno, questa manica di debosciati.

Prova ne è che persino per le leggi ad personam o ad aziendam, hanno talmente improvvisato, che non ne hanno mai azzeccata una al primo colpo e sono riusciti a fare le loro porcherie, solo tramite l'aberrante pratica della richiesta di fiducia (aboliremo mai questa vigliaccata?) e grazie alla rapidità di firma, dell'uomo del colle.

La domanda che mi pongo - oltre a quando questo ridicolo branco di cialtroni, se ne andrà - è: che cosa ancora dovremo vedere?

Proprio perché "Chi perseguita con determinazione nei medesimi errori, merita ogni male", che il mondo è nella merda. Da sempre, i popoli - salvo qualche rarissima eccezione - sono stati guidati da malati mentali. Così appaiono ai miei occhi - perché è quello che sono in realtà - i vari Napoleone Bonaparte, Gengis Khan e tutti gli altri esaltati - pazzi sanguinari - che questa società, continua ad osannare come grandi uomini.

Tutto prosegue sempre in quella direzione, il più stronzo, il più bastardo, il più prepotente, il più becero, quello che picchia di più, chi ruba di più, ottiene gli onori, al contrario di chi, umilmente, persegue la bontà, la condivisione, l'essere per davvero umano.

Sono - sempre più - profondamente convinto, che avesse ragione Einstein, nel dire che "un problema, non può essere risolto con la stessa mentalità che lo ha creato".

Il vero dramma dell'umanità è che la mentalità di quei folli sanguinari è la stessa del popolo bue.

Un abbraccio...

Mario Circello ha detto...

Ciao rossorosso, benvenuta da queste parti. Mi fa piacere sapere che il mio blog ti piace, grazie. Allora, ci si rilegge a settembre. Ciao...

Francesco Zaffuto ha detto...

post da conservare per fare un promemoria di tutte le fregature, che come al solito sono scritte tra un comma e un rimando ad altro comma.
ciao

Anonimo ha detto...

IЎЇm lieti che ho osservato questo weblog. Infine tutto ciò che non una giunca , che subiamo incredibilmente frequente. Il sito è amorevolmente assistiti e salvati fino ad oggi . Quindi deve essere , grazie per aver condiviso questo con noi.

Mario Circello ha detto...

Ciao Francesco, perdona il ritardo con cui pubblico il tuo commento, ma avrai notato che è anche da molto tempo che non scrivo (riprenderò a breve)...

Ci fregano sempre così, con un'infinità di articoli, commi, capoversi, in modo tale che fanno scappare la voglia a chiunque di capirci qualcosa...

Anonimo ha detto...

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